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Consulente Marketing: Specialista, Multi Talento o Guru?

Specialista o sei un multitalento? Cosa è meglio?

Inizialmente, essere presenti online sembra alla portata di tutti grazie alle piattaforme self service.
Apri un account, inizi a metterci le mani. Che ci vuole? Strategia di Marketing? Vendere!

Due foto su Instagram, tre post su Facebook, le prime pubblicità su Google ed inizi a prendere qualche clientino, non certo grandi aziende, ma sorprendentemente a volte si… Poi ti accorgi che non basta per un progetto di marketing e ti trovi ad affrontare qualche difficoltà. E dopo solo qualche anno, ti rendi conto che il famoso cugino che smanetta su Facebook, conosce il Web Marketing e può dare una mano, eri tu!

Nessuno pensa di essere il cugino di turno, eppure… Solo 1 su 100 passa i nostri test d’ingresso.

Nulla di male nel non passare il test, ma è importante rendersi conto che, date le complessità, per puntare all’eccellenza è sicuramente necessario ultra specializzarsi in uno specifico compito.

Il momento in cui diventi veramente bravo in qualcosa, è anche il momento in cui inizi ad assaggiare l’amaro della verità.

Non riesci a fare il salto di qualità perché ti manca qualcosa. Non  si può tralasciare tutto ciò che gira intorno ad un business, ma non hai tempo di studiarlo e non sai da dove iniziare.

Ti manca l’ottica olistica.

Quindi, come uscirne? Come prepararsi alla sfida?

Dobbiamo passare dalle I-Skills alle T-Skills

Cosa sono le I-Skills?

Le I-Skills sono competenze estremamente verticali. Il famoso esperto che ti prende 1000 dollari per girare una vite. La vite giusta.
Il problema è che, nel caso dei business online e non solo, girare quella vite potrebbe avere una serie di conseguenze catastrofiche sul resto. Vi dice nulla il detto “aggiusti da una parte e rompi dall’altra” ?

La vite è stata girata ma, probabilmente, un grande professionista avrebbe sostenuto che, prima di girare quella vite, era necessario sistemare altre cose a monte.
Per essere un grande professionista è necessario coltivare la propria specializzazione in ottica olistica, passando dalle I-Skills alle T-Skills.

Acquisire un approccio olistico significa innanzitutto acquisire un nuovo approccio al lavoro e anche a se stessi, come imprenditori o professionisti. Non si tratterà più di studiare teorie da applicare al business, ma di guardare al quadro d’insieme, nella prospettiva delle singole attività che costituiscono il business.

In una lettera aperta scritta da uno dei miei maestri di arti marziali, Renzo Gracie, in occasione del suo ritorno al combattimento all’età di 51 anni, ho trovato un passaggio che ho leggermente adattato, molto calzante per il nostro settore:

 

Esistono tre tipologie di persone.
Quelli che non mettono in gioco la propria pelle e che vivono sulla pelle degli altri, come politici, opinionisti, consulenti e guru.
Quelli che mettono in gioco la propria pelle, come imprenditori e negozianti.
Quelli che la mettono in gioco per il bene comune, come soldati, guerrieri e persone che accusano i criminali (grazie Assange, Snowden…).

 

L’apprendimento e la formazione dovrebbero avvenire soprattutto attraverso l’osservazione di casi di studio riguardo le persone che acquistano il prodotto e delle loro abitudini e della sperimentazione. Non solo attraverso  lo studio di report e statistiche. Bisogna testare sulla propria pelle.

Una metodologia di studio che mette di fronte ad una vera e propria rivelazione: NON SAPPIAMO NULLA!
È facile essere guru coi soldi degli altri. Chiedete sempre ai vostri guru cosa hanno fatto per sé e non per gli altri. Se hanno mai fallito e come ne sono usciti.

Tornando allo sviluppo delle nostre competenze. Come svilupparle?

Nello scenario attuale, ci troviamo davanti alla necessità di approfondire delle conoscenze del settore specifico di nostra competenza, senza ignorare completamente le specializzazioni limitrofe.

Potremmo riassumere il concetto semplicemente dicendo, come detto sopra, che oggi è necessario sempre di più, passare dalle cosiddette I-Skills alle T-Skills.

La metafora descrive in modo immediato come dovrebbe essere oggi, la formazione del personale, di un professionista, ma anche e soprattutto quella di un Manager.

 

Alcune persone sono più portate a studiare un po’ di tutto, un po’ per predisposizione, un po’ per curiosità. Altri faticano ad organizzare il tempo e ad uscire dalla propria specializzazione. Ambo le personalità devono fare un piccolo sforzo ed uscire dalla zona di comfort per migliorare.

Attenzione! Non si può diventare esperti in tutto, altrimenti si rischia di essere colpiti dalla maledizione di Leonardo da Vinci.

La maledizione di Leonardo da Da Vinci

Il figura professionale che proponiamo in questo articolo prevede di base una personalità molto specifica. Devi essere multi-talentuoso e curioso. Personalità che si porta dietro anche una maledizione. In un bellissimo libro  “the Da Vinci Curse” – la maledizione di Da Vinci – Leonardo Lospennato descrive benissimo questa criticità.

Da Vinci era noto per essere un genio che, con le sue invenzioni, diede spunti a vari scienziati nei secoli a venire. Eccelleva nell’arte, nella pittura, scultura, ingegneria, anatomia, architetto e chi più ne ha, più ne metta.

Non si specializzò mai in una specifica competenza. C’è soltanto un problema… Quante delle opere che immaginò, fu in grado di portare a termine? Poche. All’epoca non era un grande problema. C’erano un enorme bisogno, fame di conoscenza e poca concorrenza.

 

 

Chi è afflitto dalla maledizione di Da Vinci salta da un’attività all’altra appena assimilate le nozioni di base. Un po’ per curiosità ed un po’ per paura del confronto.

Oggi il mondo è talmente complesso e si sono accumulate talmente tante conoscenze, che servono specializzazioni. Infatti, per approfondire una materia e poterla applicare correttamente, non basta una vita.

Il problema è che è oramai assodato che non basta saper dominare la propria specializzazione. Essa di fatto influenza ed è influenzata a sua volta, da tutte le altre specializzazioni che compongono il macro-problema che dobbiamo affrontare.

Come coltivare le T-Skills senza essere afflitti dalla maledizione di Leonardo?

Don’t be Leonardo. Don’t be a mummy.

Quindi oggi sono inadeguati sia i Da Vinci che i riduzionisti. Che fare?

Bisogna specializzarsi in un campo o due, H-Skills, e conoscere in modo superficiale tutte le materie annesse e connesse.

Possedere le T-Skills non significa non essere più uno specialista o un esperto, anzi, vuol dire essere in grado di approfondire accuratamente una disciplina, senza tralasciare tutte le altre che ruotano intorno a questa, che hanno dei punti di contatto o che le sono necessarie.

Chi possiede una conoscenza molto approfondita di un settore molto specifico, corre il rischio di rimanere impantanato nella moltitudine di variabili che potrà considerare di quella specifica materia, non arrivando mai al fatidico passaggio dalla progettazione all’azione.

Chi invece può vantare una professionalità T-Shaped, sarà in grado di valutare sotto diversi profili i pro e i contro di una determinata azione, mettendola in atto nei tempi rapidi di ogni attività sul web.

Inoltre, i T-Shaped, sono capaci di passare da un task ad un altro con flessibilità e velocità.

Se c’è qualcosa che non conosciamo o non sappiamo fare, siamo sempre in tempo per impararla. Anzi, ogni ostacolo diventerà solo una nuova sfida.

Che siate un Da Vinci o un ultra-specialista, non preoccupatevi.

  1. Individuate le materie annesse e connesse alla vostra specializzazione.
  2. Createvi un framework di studio e di applicazione dei vostri studi.

Il Viral Octopus Loop  è il framework che ho sviluppato ed è fatto per domare le mie trasgressioni Da Vinciane e per aiutare i professionisti ultra-specialisti della Community di Viral Octopus ad uscire dai loro dogmi.

Il Viral Octopus Loop è diviso in 8 parti. Io ho scelto di specializzarmi nella prima parte “Business Modeling”. Cerco di studiare tutte le componenti di questa materia come ad esempio le strutture legali, come vendere, come validare un’idea, come cercare fondi, come controllare i costi.

Per tale motivo sono iscritto a diverse Community di CEO molto esclusive. Allo stesso tempo, voglio sapere in linea di massima tutte le best practices legate agli altri punti. Così, ho seguito corsi di copywriting, di Human-Computer Interaction ed ho creato un feed con tutte le novità delle piattaforme di Ads, ma non per questo sono un Facebook Advertiser o un Designer. 

Le altre materie che studio per applicare il Viral Octopus Loop sono:

  • Customer Experience. Come creare dei percorsi ed esperienze offline ed online per gli utenti che vengono a contatto con il business.
  • Marketing Strategy. Come promuovere l’attività in funzione dello stato e del momento di vita del cliente o potenziale cliente.
  • Wholistic Planning. Come organizzare le molteplici attività, delegare ed organizzare il tempo.
  • Development. Come gestire i team per l’applicazione dei miei piani.
  • Measuring Success. Quali sono gli strumenti di analisi, come si leggono e come si applicano i risultati dell’analisi.
  • Optimization. Quali sono le possibilità per ottimizzare il mio business in tutti i vari aspetti, sia onsite, off-site e offline.
  • Trend Hunting. Quali innovazioni e trend possono aiutarmi ad essere sempre un passo avanti alla concorrenza.

Sentitevi liberi di usare il mio framework. Lo troverete utlizzato anche in questo magazine per dare un senso ai contenuti e legarli gli uni agli altri.
Quando troverò qualcosa di utile o stimolante, lo pubblicherò nel magazine o nella sezione podcast.

Chiaramente è un framework open source in continuo sviluppo. Quindi, se tra 2 anni vi dirò qualcosa di diverso, non prendetevela.

Be Smart!

Pietro Bonomo – Visionary @ViralOctopus

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